Elezioni 2011: vince il progetto “neo-ottomano” di Erdogan

perincek-1Impressionante débâcle della sinistra di classe e anti-imperialista turca e trionfo del progetto berlusconiano del premier Erdogan che viene riconfermato al governo del Paese. E’ questo l’esito di primo acchito delle elezioni politiche svoltesi domenica in Turchia. Il Partito islamista AKP di Erdogan sale al 50% netto aumentando del 3% rispetto al 2007. Il suo progetto politico è di stampo sostanzialmente liberista. La sua linea strategica filo-europeista e filo-americana, anche se in TV fa finta di litigare con Israele e firma accordi con l’Iran per sembrare indipendente da Washington. La realtà è un’altra: ci troviamo di fronte a un sottile populismo di stampo berlusconiano che gode del sostegno dei ceti bassi oltre che dei nuovi ricchi (la cosiddetta “borghesia compradora” per usare una terminologia marxista). L’AKP gestisce ampia parte dei media sia pubblici che privati ed è controllato dalla setta islamista  con sede negli USA diretta dal magnate Fetullah Gülen (che controlla innumerevoli scuole private che formano l’élite del paese e numerose istituzioni statali).

Secondo Mehmet Bedri Gültekin, vicepresidente del Partito dei Lavoratori (IP) – che addirittura paragona la crescita dell’AKP all’evoluzione vista con il Partito Nazionalsocialista di Hitler negli anni ’30 – siamo di fronte a una tattica tendenzialmente totalitaria e “neo-ottomana” per quanto ancora inserita nelle regole della democrazia formale di stampo liberale. Analizzando la situazione turca vediamo da parte della setta di Fetullah Gülen una similitudine con il modello di egemonia subdola dei posti chiave del potere economico, istituzionale e culturale che in Europa conosciamo attraverso i metodi di “Comunione & Liberazione”.

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